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    Con l invio del presente modulo acconsento al trattamento dei dati da parte di Fondazione Lorenzo Spotorno. Consenso esplicito secondo il D.Lgs 196/2003.

    Acconsento

    Il medico risponde è una linea diretta con gli specialisti ortopedici dell’equipe di Chirurgia Protesica attraverso cui è possibile nell’arco di alcuni giorni, ricevere GRATUITAMENTE risposte ai vostri quesiti.

    Gli specialisti risponderanno solo alle domande giudicate di interesse generale purchè attinenti alle patologie specifiche ortopediche da noi trattate. È importante, comunque, ricordare che la visita effettuata dal proprio medico costituisce il solo strumento diagnostico per un valido trattamento terapeutico. I consigli dati dai nostri specialisti devono essere recepiti semplicemente come indicazioni.

    Domande & Risposte

     

    Frattura pertrocanterica del femore

    Buongiorno,
    mia madre ha subito la frattura pertrocanterica del femore, in seguito ha subito intervento di sintesi con chiodo endomidollare fixion pfn i primi di novembre c.a. premetto che la paziente è una donna di 79 anni, lucida e attiva, di statura bassa (150cm circa) e le è stato inserito un fixion di 340mm nel femore che rasenta lo sforamento cartilagineo del ginocchio e chiodo di 110mm nel collo femorale anch’esso ai limiti.
    Ora sta eseguendo fisioterapia passiva allettata perchè le è stato vietato il carico sia in questa fase del post-operatorio sia nei periodi a seguire previa rimozione del “chiodo” (prevista nella migliore delle ipotesi agli inizi del 2011).
    La mia domanda è la seguente: una persona anziana allettata per oltre due mesi e mezzo potrebbe mai riprendere la deambulazione (con l’ausilio di girello/deambulatori) a seguito di così lungo periodo di allettamento?
    Inoltre, prima di tale periodo potrebbe essere auspicabile la sostituzione del chiodo fixion (troppo lungo) con uno adeguato alla sua statura (laddove non fossero misure standard)?
    E che rischi potrebbe comportare un nuovo intervento?
    In attesa di Vs. gentile risposta ringrazio anticipatamente.
    Emanuela Napoli

    Risponde il dottor Stefano Tornago

    Il chiodo fixion deve essere messo per le sue caratteristiche fisiche più lungo rispetto ad un chiodo per fratture laterali del femore prossimale tradizionale.

    Non ha senso rimuovere il chiodo per metterne uno più corto. Il chiodo non dovrebbe interferire con le articolazioni e quindi non creare problemi alla deambulazione.

    L’intervento chirurgico si effettua nei pazienti anziani proprio per non tenerli così tanto a lungo allettati.

    Probabilmente il collega non è sicuro della stabilità della sintesi.

    A quella età ogni caso è una storia a se, penso comunque che sua madre abbia buone possibilità di recupero.

    Cordialmente Dott. Stefano Tornago

    Dolore all'anca

    Dottore da circa un mese sento dolore all’anca mentre cammino ; le devo dire che mi sono curata per asma allergica per molti anni, il dolore è sempre più intenso, inizio a zoppicare, sopratutto quando sto tanto in piedi. Il mio medico mi ha fatto fare una radiografia che è normale. Cosa mi consiglia ?
    Marina, Pisa

    Risponde il dottor Andrea Camera

    Il suo problema è un artrosi del compartimento mediale deve eseguire una radiografia delle ginocchia sottocarico in 2 proiezioni e una radiografia del ginocchio interessato a 30-60-90 gradi e una risonanza magnetica per valutare lo stato dei menischi e dei legamenti.

    Il trattamento indicato, sulla base degli esami, potrebbe essere un aprotesi monocompartimentale.

    Dolore all'inguine

    Dottore ho un dolore all’inguine a sinistra, quando inizio a camminare, poi mentre vado mi sembra che il dolore si riduca; certe mattine è proprio insopportabile e mi sembra di zoppicare.Devo fare qualche esame? Martina, Alessandria

    Risponde il dottor Andrea Camera

    Si.

    Si faccia prescrivere dal suo medico una radiografia del bacino e una radiografia dell’anca sinistra in 2 proiezioni. Potrebbe trattarsi di una coxalgia su base artrosica.

    Viscosupplementazione all'anca

    Buongiorno, sono una donna di 52 anni, a cui tre anni fa è stata diagnosticata COXOARTROSI BILATERALE soprattutto destra.
    Infatti la parte destra è molto dolorante, non posso evitare di prendere qualcosa ed oramai la situazione perdura da quattro anni.
    Considerando la mia età, la mia predisposizione vorrei sapere se, come e quando è possibile fare delle infiltrazioni di acido iarulonico.
    A tale scopo sarei vivamente interessata ad avere il nominativo di un valido ortopedico che potesse essere un mio referente.
    Ringraziando anticipatamente per la collaborazione porgo i miei distinti saluti.
    Resto vivamente in attesa di un Vs. gentile e gradito riscontro.
    IN FEDE
    Mariagrazia, Genova

    Risponde il dottor Stefano Tornago

    La viscosupplementazione all’anca (infiltrazione di acido ialuronico a medio o ad alto peso molecolare) ha due precise indicazioni. La prima è nel paziente in cui vi è un danno limitato della cartilagine e non vi siano gravi problematiche meccaniche.

    In tal caso l’acido ialuronico stimola il trofismo e quindi la guarigione della cartilagine. L’altra indicazione è nel paziente affetto da coxartrosi che non può o non vuole essere operato.

    Negli altri casi questa terapia ha un’efficacia limitata nel tempo o può anche non dare nessun miglioramento.

    Prima di procedere è quindi necessaria una visita ortopedica.

    Cordiali saluti

    Diagnosi differenziale ernia discale/coxartrosi

    In passato ho avuto problemi di ernia al disco superati unicamente con esercizi fisici che saltuariamente continuo a fare.
    Da 3 anni abbiamo accertato la necessità di intervento sul femore.
    Sino ad ora ho sopportato dei piccoli disagi ma da qualche giorno ho fortissimi dolori sulla coscia destra (particolarmente davanti) e nella giuntura dietro il ginocchio; ma quello che mi preoccupa maggiormente è proprio la mancanza di forza ed il cedimento della gamba.
    Ho 70 anni e godo ottima salute.
    Gradirei sapere se tutto ciò è imputabile al femore/anca o potrebbe essere il riacutizzarsi dell’ernia discale.
    Grazie
    Giuseppe, Crotone

    Risponde il dottor Stefano Tornago

    La sintomatologia dell’ernia discale e della coxartrosi può essere simile.

    Solitamente il dolore provocato dall’artrosi all’anca non scende distalmente al ginocchio, mentre nel caso di una compressione data da un’ernia può succedere.

    Per poter ben discriminare la causa del dolore è però necessario eseguire una RX bacino per anche e una visita specialistica.

    A disposizione per ulteriori chiarimenti Dott. Stefano Tornago

    Trocanterite

    Buongiorno, il mio medico di base mi ha diagnosticato una trocanterite all’anca sinistra, ma non mi sa indicare che esami effettuare e a quale struttura rivolgermi.
    Purtroppo il dolore parte dal lato dell’anca e si propaga nella parte bassa della schiena e aumenta giorno per giorno e al momento inizia a darmi problemi anche nel dormire.
    Vi ringrazio in anticipo per la gentile risposta e buona giornata.
    Denise.

    Risponde il dottor Stefano Tornago

    La trocanterite è un’infiammazione dei tendini che si inseriscono sul Grantrocantere.

    La diagnosi è soprattutto clinica, non sempre i segni sono visibili all’ecografia o con la RM.

    La terapia è infiltrativa o tramite ESWT (onde d’urto).

    Molti centri ortopedici sono in grado di trattare tale patologia.

    Se vuole può rivolgersi a noi.

    Distinti saluti

    Conflitto femoro acetabolare tipo CAM

    Gentile professore dopo una artroscopia rm con contrasto all’anca mi è stata diagnosticato un conflitto femoro acetabolare di tipo CAM con rottura del labbro acetabolare e una lesione alla cartilagine di 5 mm, il dott. Zini mi a consigliato una artroscopia all’anca per rallentare l’artrosi e per rimandare la protesi il più lontano possibile.
    A luglio 2009 ho eseguito l’intervento e per 3-4 mesi ho avuto un buon miglioramento, ora invece sono tornati i soliti fastidi a livello laterale e nello stare seduta.
    Adesso dovro fare a seconda del dottore anche l’altra ma io sono molto dubbiosa sul beneficio che può dare. Cosa ne pensate di questo intervento, vale la pena farlo? E’ pericoloso e di quanto tempo veramente può allontanare la protesi?
    Distinti saluti
    Sabrina, Macerata

    Risponde il dottor Stefano Tornago

    Gentile signora Sabrina nel conflitto acetabolare tipo CAM il profilo della testa non perfettamente sferico va a confliggere con il bordo acetabolare e con il labbro acetabolare.

    Tale conflitto può creare un danno osseo e/o una lesione cartilaginea. L’artroscopia trova l’indicazione solo in alcuni casi particolari.

    Sarebbe quindi necessario avere una documentazione completa per fornire una risposta specifica sul suo caso.

    Se il danno è eccessivo non ci sono soluzioni se non la protesi, se la cartilagine articolare è ancora integra si può optare per interventi di rimodellamento da eseguire, in mani esperte, in artrotomia.

    Displasia congenita anca

    Egregio dottore, buongiorno mi chiamo A.M sono venuta a conoscenza della probabilità di impianto di cellule staminali nella displasia dell’anca.
    Ho 37 anni ed ho scoperto 6 anni fa di avere questa malattia, per questo le chiedo se fosse possibile l’impianto sopra citato.
    A seguito di vari consulti ortopedici, il suggerimento datomi era quello di aspettare l’impianto di protesi, ma data l’età vorrei realizzarmi nel diventare madre, cosa del tutto improbabile viste le mie condizioni.
    Cosa mi consiglia?
    E’ possibile una visita ortopedica con un vostro specialista che mi metta a conoscenza delle vostre tecniche d’avanguardia?
    La ringrazio per la disponibilità e aspetto con fiducia la vostra risposta.
    A.M, Vicenza

    Risponde il dottor Stefano Tornago

    Le cellule staminali hanno indicazione nei casi di mancanza di osso per impianto delle componenti protesiche.

    Questo può essere il caso nei pazienti affetti da displasia congenita dell’anca.

    Ma questo solitamente non è il problema. Si consiglia ai pazienti di “aspettare” perchè la durata delle protesi tradizionali è limitata nel tempo e dipendente dall’età del paziente.

    Nei pazienti più giovani le protesi hanno un’aspettativa di durata più corta ( vengono maggiormente usurate date le maggiori richieste funzionali del giovane).

    Tutto ciò porta a dover prevedere per il paziente più di un intervento nell’arco della vita. Le protesi di nuova generazione consentono una maggiore durata e un risparmio della componente ossea in fase di impianto (rendendo più agevole una eventuale sostituzione).

    Il paziente deve quindi valutare se è meglio vivere più liberamente il presente con la certezza di dover essere operato più di una volta o accettare le limitazioni attuali e sottoporsi in futuro ad un solo intervento chirurgico.

    Per una valutazione più precisa sono indispensabili documentazione radiologica e visita specialistica.

    Distinti saluti.

    Coxartrosi e dismetria arti: intervento o no?

    Gentile Dottore,
    sono una donna di 58 anni, soffro da circa 20 anni di coxalgia anca dx su base coxartica in verosimili esiti di episiolisi in giovane età, la mia gamba dx è più corta di 2,5 cm e soffro ogni tanto di dolori forti che mi passano con Voltaren 50.
    Mi è stato consigliato l’intervento di protesi anca, ma io ho paura.
    Ci sono cure anternative tipo le infiltrazioni di acido jaluronico?
    Se dovessi fare l’intervento presso il vs. ospedale quanto dovrò aspettare?
    Sentitamente ringrazio, e porgo distinti saluti.
    Teresa, Torino

    Risponde il dottor Gabriele Cattaneo

    L’intervento di protesi d’anca è al giorno d’oggi considerato di routine. Esistono poi modelli di protesi a bassa invasività ossea che permettono un conservazione sempre maggiore del proprio osso e un recupero funzionale molto rapido.

    Nel suo caso, trattandosi di un esito di epifisiolisi con accorciamento dell’arto trovo inutile l’utilizzo di viscosupplementazione.

    Bisogna analizzare il suo caso in base alla documentazione.

    Cordiali saluti

    Calcificazioni eteretopiche

    Mio marito è stato operato a gennaio 2009 all’anca destra nella quale è stata inserita la protesi presso il S.Paolo di Savona. Ha avuto successivamente tre lussazioni della protesi a distanza di sei mesi l’una dall’altra.
    Riteniamo che il suo comportamento era corretto e dalle radiografie sembrava tutto a posto.
    Il 27 agosto 2010 ha subito un nuovo intervento per revisione artroprotesi con apposizione nuovo cotile e testa a doppia mobilità, sempre al San Paolo di Savona.
    Ci è stato detto che le lussazioni erano causate dalla formazione di troppo callo osseo.
    Non abbiamo capito perchè si formi questo eccesso e come si può evitare.
    Il controllo necessario dopo circa 40 giorni vorremmo farlo presso il Santa Corona, portandosi la cartella clinica e le nuove radiografie, per avere maggiori delucidazioni.
    E’ possibile?
    Come si spiega questa formazione eccessiva di callo osseo e come si può evitare.
    Ringrazio in anticipo per la risposta e saluto cordialmente.
    Elsa, Terni

    Risponde il dottor Stefano Tornago

    Se mi avesse inviato i dati di suo marito avrei potuto visionare le radiografie ed esprimere un giudizio più attinente.

    Penso che parli delle calcificazioni eterotopiche che colpiscono alcune persone in caso di interventi chirurgici di artroprotesi (anca) o di fratture (gomito) non si conosce bene la causa ed è possibile, se si è a conoscenza della predisposizione del paziente, attuare delle strategie per limitarne l’insorgenza.
    Raramente sono causa di lussazione.

    Cordialmente Dott. Stefano Tornago

    Patologia monocompartimentale ginocchio

    Ginocchio dx dolorante.
    Eseguita radiografia, risonanza magnetica, ecografia.
    Risultati: Alterazioni gonosrtrisic che specie nel comparto mediale…… minimo addensamento osteosclerotico al piatto tibiale interno. Non calcificazioni.
    Risonanza : importante edema midollare del condilo interno con iniziale marginazione in quadro possibile processo osteocondritico….. degenerato cono posteriore menisco mediale… modesto versamento libero endoarticolare con segni di sofferenza…
    Ecografia: regolare rilievi collaterali… sublussazione menisco versamento attorno al tendine popliteo.
    Non alterazione tendine quadricipitale e ligamento rotuleo.
    Quadro depone per lesione degenerativa compartimento interno.
    Chiedo cortesemente: in questi casi quale è la procedura più adeguata da seguire?
    Grato per un cortese riscontro, vi ringrazio.
    Lelio, Torino

    Risponde il dottor Stefano Tornago

    La risposta varia secondo l’età del paziente. Se il paziente è giovane si può pensare ad una osteotomia di tibia ( intervento che serve per correggere l’asse del ginocchio), se il paziente è meno giovane e non vi è interessamento della rotula c’è l’opzione della protesi monocompartimentale.

    Se l’età è più avanzata e/o vi è un interessamento tricompartimentale è necessaria una protesizzazione totale.

    Una risposta calzante al suo caso è possibile solo dopo visione della documentazione radiografica e visita.

    Distinti saluti

    Ginocchio varo

    Ho effettuato un’osteotomia tibiale con placca di consolidamento per un problema di varismo il 3 febbraio e volevo sapere se in fase di riabilitazione sia o no opportuno usare la pedana vibrante in quanto aiuta a ripristinare il tono muscolare e secondo alcuni stimola la formazione del callo osseo.
    I medici che mi seguono hanno pareri un pò discordanti in quanto non esiste una letteratura su questo argomento, io ho 43 anni sono alto m 1,70 peso 65 kg e faccio una buona attività sportiva cosa mi consiglia, Grazie
    Moris, Cesena

    Risponde il dottor Stefano Tornago

    In letteratura non ci sono dati certi. Le consiglierei di aspettare la formazione dell’iniziale callo osseo, per evitare sollecitazioni eccessive sull’osteotomia. Non bisogna forzare i tempi, cercare di recuperare repentinamente il tono muscolare rischia di compromettere il risultato finale.

    Distinti saluti.

    Infezioni protesiche

    Nel 2001 impianto di protesi al ginocchio sinistro che andò bene fino al 2005 quando, per frattura dovuta ad incidente stradale ha dovuto reimpiantare la protesi.
    Non andò bene e per il dolore persistente nel 2006 dovette espiantare e reimpiantare. Anche questo impianto procurava dolore per cui nel 2008 ha rifatto l’impianto.
    Anche questa protesi le causa dolore. Ha fatto tre scintigrafie.
    L’ultima, con leucociti marcati, evidenzia una zona periprotesica dove l’accumulo del radioisotopo è intenso e persistente.
    L’immagine può essere l’espressione di un focolaio batterico cronico profondo.
    Sottoposta a due cicli di terapia iberbarica ha avuto un periodo di miglioramento della sintomatologia dolorosa ma ora pare vi sia una recrudescenza.
    Deambula con l’aiuto di bastoni ad appoggio antibrachiale. Dagli esami di laboratorio fatti ultimamente risulta un aumento della VES, una Rx di controllo mette in evidenza una reazione esostosica in corrispondenza della punta dello stelo protesico tibiale e una reazione periostale laterale sul tratto di tibia protesizato.
    Avendo subito già altri interventi di espianto-reimpianto non è psicologicamente disposta ad un altro intervento chirurgico.
    In attesa di un Vs. riscontro.
    Ringrazio anticipatamente.
    Giuseppe, Cosenza

    Risponde il dottor Stefano Tornago

    Molto probabilmente la protesi è infetta. Non c’è possibilità di risolvere il problema senza espiantare la protesi. Infatti nell’interfacia osso protesi i batteri trovano un terreno in cui possono resistere più facilmente agli attacchi del sistema immunitario e degli antibiotici.

    Solo espiantando la protesi, mettendo uno spaziatore temporaneo con antibiotico, facendo una terapia antibiotica mirata e protratta per mesi, si può sperare in una guarigione.

    A disposizione per ulteriori chiarimenti.

    Distinti saluti

    Dolore al ginocchio

    Dottore è da qualche mese che avverto un dolore al ginocchio quando sto tanto in piedi e cammino tanto. Ho 76 anni e soffro di ipertensione. Spesso mi si gonfia il ginocchio e ho male a scendere le scale.
    Mario, Messina

    Risponde il dottor Andrea Camera

    Potrebbe trattarsi di un dolore rotuleo. Deve eseguire una radiografia delle ginocchia sotto carico in 2 proiezioni e una radiografia del ginocchio interessato a 30-60-90 gradi.

    Protesi & Infezioni II

    Salve, chiedo un consiglio per mio figlio 4o anni, operato all’anca sx circa quattro anni fa.
    Non è mai guarito, ogni 10/15 gg si forma una enorme rigonfiamento, con un forte dolore.
    Dopo qualche giorno scoppia e fuoriesce del pus, poi passa il dolore ancora per qualche giorno.
    E’ stato riaperto, pulito, non è cambiato nulla….anzi.
    Ora Le chiedo, è possibile che possa essere la protesi infetta, e vada sostituita?
    Se si, quanto tempo di ricovero è occorrente per questo.
    Resto in attesa e cordialmente saluto.
    Saluti Renzo, Milano

    Risponde il dottor Stefano Tornago

    Se la protesi è infetta, e i sintomi da Lei descritti depongono in tal senso, va rimossa.

    Dopo tale rimozione bisogna bonificare con una terapia antibiotica mirata e prolungata il sito (mesi).

    Solo a questo punto si può reimpiantare una nuova protesi.

    Trattamento percutaneo ETG calcificazioni spalla

    Scrivo in nome di mia suocera di 54 anni che dopo vari esami è venuta a conoscenza di una calcificazione posta a ridosso della spalla e che ha infiammato i tendini circostanti, limitandone il funzionamento e creandole dolore sia di giorno che di notte.
    Le infiltrazioni non hanno sortito effetto e volevamo sapere se fossero in circolo nuove tecniche che sciolgano del tutto la calcificazione senza bisogno di intervenire chirurgicamente.
    Ringraziando in anticipo porgo
    Distinti Saluti.
    Pamela, Imperia

    Risponde il dottor Stefano Tornago

    Presso il nostro Ospedale è possibile, previa valutazione ortopedica di fattibilità, trattare tali pazienti con una tecnica percutanea ecoguidata.

    Tale tecnica consiste nella rimozione delle calcificazioni tramite della soluzione fisiologica introdotta attraverso degli aghi.

    Viene eseguita in anestesia locale ed in regime ambulatoriale.

    Distinti saluti.

    Cisti di Baker

    Mi è stata diagnosticata una cisti di Baker sopra il polpaccio destro cm. 3,5-1,2 è da risolvere con urgenza o posso attendere i tempi tecnici della ns. sanità?
    Distinti saluti
    Pietro, Sanremo

    Risponde il dottor Stefano Tornago

    La cisti di Baker non sono una malattia, ma l’effetto di una malattia. Tale cisti non va trattata!!!!

    Bisogna scoprire la causa per cui è aumentata la produzione di liquido sinoviale del ginocchio che ha dato origine alla cisti.

    Se si risolve la causa la cisti non si ripresenta altrimenti, non solo tornerà , ma il problema per cui era insorta tenderà a peggiorare.

    Cordialmente Dott. Stefano Tornago

    Strappo muscolare

    Buongiorno, in agosto 2010 mentre partecipavo ad una gara podistica di 10 km ho avvertito 2 crack sulla parte dx dell’anca mentre effettuavo la discesa su sterrato;non sono riuscita a terminare la gara.
    Esito RM:”si osserva ampia soffusione liquida compartimentale sottofasciale del medio gluteo e ampia alterazione di segnale nel contesto del ventre muscolare del gran gluteo.Segni di borsite trocanterica”.
    Esito TC BACINO:”Non evidenti segni di fratture”.
    PARERE ORTOPEDICO: “Visibile alterazione del profilo gran trocantere dx posteriormente, come da piccola avulsione del medio gluteo.”
    Vorrei tornare a correre, ho corso solo 15 minuti ieri, dopo ben 2 mesi e sento ancora che c’è qualcosa che non va.
    Non mi fa male andare in bici.
    Devo pazientare ancora stando a riposo oppure devo fare qualche altra visita?
    Grazie Dottore
    Elena, Aosta

    Risponde il dottor Stefano Tornago

    il risultato sarà confortante si può pensare a degli esercizi specifici per quel gruppo muscolare e al nuoto.

    Importante è dosare i carichi di lavoro per non incorrere in una nuova lesione. Siamo a disposizione per eventuali chiarimenti.

    Cordiali saluti Dott. Stefano Tornago

    Coxartrosi in sovrappeso

    Ho 57 anni sovrappeso 1,84 x 137 kg in seguito a numerosi traumi all’arto inferiore sinistro ho una coxoartrosi che mi impedisce di camminare in salita, discesa, scale ecc.
    Mi dovrei operare ma prima dovrei dimagrire.
    Di quanto?
    Premetto che la mia corporatura e’ robusta avendo fatto sempre sport ed avrei intenzione di continuare anche in futuro.
    Che posso fare in attesa di dimagrire per ridurre il dolore senza prendere farmaci?
    Che tipo di protesi e di intervento e’ possibile praticare su di me?
    Grazie
    Paolo, Perugia

    Risponde il dottor Stefano Tornago

    Non ci sono limiti di peso. Se la protesi serve per togliere il dolore e permettere di effettuare attività sportiva e quindi dimagrire, l’intervento chirurgico va eseguito.

    Se il consumo della cartilagine è elevato non ci sono terapia che possano togliere il dolore.

    Può essere di qualche aiuto la viscosupplementazione.

    Distinti saluti

    Protesi & Infezioni

    Buonasera sono chiedervi informazioni riguardo ad una protesi al ginocchio che dopo tre mesi è stata tolta in quanto venutasi a creare una infezione.
    E’ stato applicato uno stabilizzatore con cemento biodato.
    Sono a chiedere alcune indicazioni sulle strade da seguire in caso la protesi non fosse possibile rimpiantarla, e suggerimenti sui centri specialisti in materia.
    Saluti Gino, Modena

    Risponde il dottor Stefano Tornago

    La tecnica utilizzata é stata quella del reimpianto in due tempi. Prevede la rimozione della protesi e dei tessuti francamente infetti, il posizionamento di uno spaziatore di cemento con antibiotico per mantenere la lunghezza dell’arto.

    Il paziente deve eseguire una terapia antibiotica fino a che gli esemi: ematochimici e strumentali non saranno negativi.

    A questo punto, quando l’infettivologo lo riterrà oportuno, sarà reimpiantato.

    Ci sono varie ortopedie che si occupano di questo tipo di pazienti, ma solo alcune in modo specifico.

    Un centro di riferimento a livello nazionale è il MIOA di Pietra Ligure.

    Cordialmente Dott. Stefano Tornago

    Impingement

    Ho 38 anni e un lavoro che mi costringe a stare molto in piedi e in macchina.
    Ho praticato sempre molti sport.
    3 anni fa, dopo 1 anno di inattività ho reiniziato a correre e dopo qualche mese è iniziato un fastidio all’anca destra.
    Dall’esame rx vi sono segni di coxartrosi bilaterale un po’ piu’ grave a sinistra dove ci sono osteofiti, ma la sintomatologia e la limitazione funzionale, con rotazione esterna quando tiro su la gamba sono presenti esclusivamente a destra.
    Qualcuno ha parlato di coxa valga, qualcun’altro di cam impigment.
    Ad oggi nonostante pratichi solo nuoto e un po’ di bici, la mia andatura è leggermente claudicante con lieve dolore dopo la giornata lavorativa.
    La mia domanda è se possa migliorare la situazione con osteotomie rimodellanti e dove eseguirle o debba attendere il peggioramento e la protesi.
    Cordialmente Marco, Salerno

    Risponde il dottor Stefano Tornago

    Bisognerebbe valutare le radiografie ed eventualmente eseguire una RM mirata. L’intervento di osteotomia, se indicato, dà degli ottimi risultati.

    Distinti saluti

    Frattura scomposta al ginocchio

    Buona sera sono una ragazza di 30 anni, in seguito ad un incidente in motorino 6 anni fa sono stata operata ad una frattura scomposta al piatto tibiale (ginocchio) dove mi hanno applicato una placca ad “L” con 6 viti.
    Dopo 3 mesi hanno rimosso tutto per una fistola. Nel corso dell’anno mi hanno fatto due artoscopie per scollare le aderenze.
    Vorrei delle informazioni sulle protesi al ginocchio in quanto sono rimasta senza articolazione al ginocchio sinistro.
    Spero in una sua risposta immediata la ringrazio Rosa.
    Rosa, Napoli

    Risponde il dottor Stefano Tornago

    Bisogna valutare attentamente la situazione. Nel suo caso ci sono delle controindicazioni all’intervento di artroprotesi, non assoluti, ma relativi. La giovane età è uno di questi. La presenza di una pregressa fistola indica uno stato settico che potrebbe compromettere l’intervento di protesizzazione.

    Sarebbe necessario valutare la sua documentazione.

    Cordiali saluti

    Trekking

    Dottore, sono un amante del trekking, da qualche mese accuso forti dolori al ginocchio, soprattutto quando vado in discesa; talvolta si gonfia, e sulla parte interna particolarmente, talvolta talmente ingravescente da limitare la mia attivita. Ho gia eseguito una radiografia di controllo che evidenzia un’ artrosi mediale del ginocchio; mi hanno parlato di una protesi piccolina, che sostituisce solo la parte interna del ginocchio; puo essere la soluzione dei miei mali?
    Alessio, Rimini

    Risponde il dottor Andrea Camera

    Il suo problema è un artrosi del compartimento mediale deve eseguire una radiografia delle ginocchia sottocarico in 2 proiezioni e una radiografia del ginocchio interessato a 30-60-90 gradi e una risonanza magnetica per valutare lo stato dei menischi e dei legamenti.

    Il trattamento indicato, sulla base degli esami, potrebbe essere una protesi monocompartimentale.

    Fatica nei movimenti

    Dottore è circa due mesi che mi sembra di fare fatica ad allacciarmi le scarpe con la gamba destra, ad entrare in macchina e nella vasca da bagno, il dolore è più intenso al fianco e all’inguine di sinistra devo prendere un antiinfiammatorio e poi in genere passa, per poi tornare il giorno dopo.
    Alessandro, Perugia

    Risponde il dottor Andrea Camera

    Ha una limitazione funzionale tipica con rigidità tipica delle fasi iniziali della coxartrosi; si faccia prescrivere una radiografia del bacino e una radiografia dell’anca destra in 2 proiezioni.

    Atleta

    Sono un atleta e pratico numerosi sport tra cui la il ciclismo a livello medio. Da qualche tempo mi sono trovato ad avere un dolore all’inguine quando sforzo in salita. Il dolore è talmente intenso che devo prendere degli antinfiammatori. Cosa devo fare? La sintomatologia è sempre più frequente, spesso ho male anche quando corro , mi devo fermare.
    Massimo, Milano

    Risponde il dottor Andrea Camera

    Il suo problema è un artrosi del compartimento mediale deve eseguire una radiografia delle ginocchia sottocarico in 2 proiezioni e una radiografia del ginocchio interessato a 30-60-90 gradi e una risonanza magnetica per valutare lo stato dei menischi e dei legamenti.

    Il trattamento indicato, sulla base degli esami, potrebbe essere una protesi monocompartimentale.

    Vie d'accesso

    Mia moglie R. (43anni) deve sottoporsi ad intervento di protesi all’anca.
    Purtroppo l’attuale stato delle cose evidenzia la necessita di intervento su entrambe le anche.
    Sarebbe di nostro interesse sapere se le tecniche mini-invasive di intervento con accesso anteriore, di cui abbiamo trovato cenni in internet, hanno un grado di affidabilità accettabile.
    Il breve decorso post-operatorio è il fattore che ha colpito il nostro interesse.
    Grazie in anticipo per la cortese attenzione.
    Andrea, Alessandria

    Risponde il dottor Stefano Tornago

    Più che la via di accesso, anteriore, laterale o postero laterale, per un recupero più veloce è importante il rispetto dei tessuti.

    Nel nostro centro pratichiamo quasi esclusivamente la via postero-laterale ed alcuni pazienti eseguono i primi passi già dopo 6 ore dall’intervento chirurgico, tutti il mattino del giorno dopo.

    Per quanto riguarda l’affidabilità dipende dall’esperienza del chirurgo.

    Distinti saluti Dott. Stefano Tornago

    Difetti assiali (varo valgo)

    Sono un ragazzo di 30 anni e l’anno scorso ho subito una frattura del piatto tibiale.
    A distanza di un anno ho fatto un intervento di regolarizzazione del menisco.
    Adesso dopo sei mesi sono stato costretto a rifarlo perchè il menisco si è rotto ancora.
    Adesso mi dicono che se avessi problemi l’unica soluzione è fare un intervento di osteotomia tibiale valgizzante in quanto ho le ginocchia storte e mi si sta presentando il problema artrosi.
    Secondo voi come devo comportarmi?
    Inizio ad avere le idee confuse.
    Grazie in anticipo per la risposta.
    Baldassarre, Genova

    Risponde il dottor Stefano Tornago

    Una alterazione dell’asse rispetto ai valori fisiologici può portare ad una usura più veloce della cartilagine articolare.

    Gli esiti di frattura possono aver ulteriormente peggiorato questa situazione (aumento della deviazione assiale, incongruenza articolare).

    Bisogna valutare radiologicamente l’asse degli arti inferiori per valutare la necessità o meno di una osteotomia.

    Distinti saluti.

    Deviazione assiali arti inferiori

    Buongiorno,
    sono un ragazzo di 24 anni e vi contatto per avere delle informazioni su un dolore che è comparso al mio ginocchio da una decina di giorni.
    Sono andato a correre un giorno e mi sono procurato una infiammazione molto localizzata sul lato esterno del ginocchio sinistro.
    Guardando su internet mi è sembrato di capire che si potesse trattare di una gonartrosi mediale, sia dalla sintomatologia che per il fatto che ho un disallineamento assiale che potrebbe costituirne la causa.
    Siccome è un problema ricorrente in primavera quando la muscolatura è più debole e, al contrario, d’estate scompare con l’esercizio fisico che pratico abbondantemente, mi chiedevo cosa fosse la cosa migliore per me.
    Un mio parente chirurgo mi ha detto che le osteotomie possono essere anche rischiose e fintanto che “tiravo avanti” mi conveniva starmene buono senza far niente.
    Però a me dispiace molto avere un problema del genere a 24 anni.
    Le domande sono:
    – Sul breve termine come posso togliermi in modo palliativo questo dolore che ho attualmente?
    – Devo smettere ogni esercizio fisico?
    – E sul lungo termine che esercizi muscolari posso fare per rafforzare un pò sto ginocchio per poter continuare ad andare in montagna?
    – Devo smettere?
    – In ultimo: devo valutare l’ipotesi di un’intervento chirurgico già alla mia età?
    Vi ringrazio per la cortesia, cordiali saluti Roberto, Cuneo

    Risponde il dottor Stefano Tornago

    Bisogna valutare il caso con delle radiografie degli arti inferiori in carico su lastra lunga che comprenda dalle teste femorali ai malleoli.

    Se vi è una importante deviazione assiale può esserci l’indicazione all’intervento chirurgico di osteotomia.

    Un ginocchio che lavora in maniera non corretta provoca un’usura delle cartilagini non regolare ed abnorme.

    Esaurita la sua capacità di recupero la cartilagine non è più in grado di ricrescere.

    Il rischio è quindi di avere un’artrosi precoce con tutte le conseguenze del caso.

    Il trattamento deve quindi essere precoce per poter preservare l’integrità dell’articolazione.

    Per valutare il danno condrale è necessario eseguire una risonanza magnetica.

    Cordialmente Dott. Stefano Tornago