INDICAZIONI GENERALI

L’alluce valgo è la più comune patologia che interessa l’avampiede e provoca dolore, difficoltà ad indossare le normali calzature e la perdità dell’integrità biomeccanica dell’avampiede durante la locomozione.

Colpisce con probabilità statistica assai superiore il sesso femminile rispetto a quello maschile.

Anche se raramente, può insorgere anche in età giovanile (alluce valgo idiopatico) soprattutto la fascia d’età più colpita è quella tra 40 e 60 anni, ma negli ultimi tempi s’è notato un aumento della patologia in pazienti più giovani (intorno ai 30), a volte perfino sotto i 20 anni. S’accompagna spesso ad altre patologie, la più frequente delle quali è il dito in griffe (più comunemente definito “a martello”) e al neuroma di Morton.

Il sesso più colpito risulta essere quello femminile perché vi tra i fattori predisponenti vi è l’abitudine a indossare scarpe a punta stretta con tacco alto (specialmente a spillo).

Ulteriori cause sono, oltre a fattori ereditari, eventi traumatici o infiammatori pregressi o inadeguata tonicità di muscoli e/o legamenti del piede.

SEGNI E SINTOMI

Inizialmente il paziente lamenta riferisce fastidio e bruciore a livello dell’articolazione metatarso – falangea, che nella maggior parte dei casi appare arrossata e tumefatta; successivamente il paziente inizia a lamentare dolore alla deambulazione e, nei casi più avanzati, dolore anche notturno.

Il progredire della patologia può portare alla deviazione del punto di appoggio del piede, con conseguente alterazione dello schema del passo e possibili ripercussioni su altre zone del corpo, quali ginocchia, anche e colonna vertebrale.

DIAGNOSI

La diagnosi è essenzialmente clinica: l’anamnesi e l’esame obiettivo del piede sono fondamentali e imprescidibili per porre diagnosi, soprattutto per valutare eventuali lesioni associate.

L’esecuzione di esami strumentali risulta essere il completamento del percorso diagnostico e permette di porre le più corrette indicazioni di trattamento.

L’esame principale consiste nell’esecuzione di radiografie dei piedi in 2 proiezioni sotto carico: in tal modo si possono studiare le variazioni dei rapporti di contiguità tra i vari segmenti ossei, le variazione degli angoli articolari ed eventuali deformità associate durante l’appoggio del piede.

Talvolta , nei casi più complessi, può rendersi necessaria l‘esecuzione di altri esami quali etg e rmn, ma si tratta di accertamenti

TRATTAMENTO

Il trattamento di questa patologia può essere diviso in:

  • Trattamento conservativo
  • Trattamento chirurgico

Il trattamento conservativo viene riservato principalmente alle persone con un alluce valgo iniziale.

Esso si avvale dell’utilizzo di plantari personalizzati in grado di modificare l’appoggio del piede e viene associato all’utilizzo di calzature con tacco basso e con punta larga e tomaia morbida.

Nei casi più avanzati o nei casi nei quali la terapia conservativa non abbia avuto effetto il trattamento risulta essere chirurgico.

Vi sono molteplici tipologie di intervento per il tratttamento dell’alluce valgo, e il trattamento viene quindi personalizzato in base alla patologia di base del paziente.

Negli ultimi anni, accanto al trattamento artrotomico con l’utilizzo di mezzi di sintesi, sta prendendo campo il cosidettto trattamento mininvasivo percutaneo senza mezzi di sintesi.

La tecnica chirurgica prevede la correzione delle deformità dell’alluce e delle altre dita mediante osteotomie praticate sotto guida radiografica attraverso accessi chirurgci di 3-4 mm.

Se possibile non vengono utilizzati mezzi di sintesi a stabilizzare le osteotomie, che vengono stabilizzate mediante bendaggi funzionali che mantengono il piede nella posizione corretta per il tempo necessario per l’avvenuta consolidazione ossea.

Il carico completo è concesso da subito e talvolta, visto che è possibile eseguire tali interventi in anestesia tronculare periferica, anche tornare a casa il giorno stesso dell’intervento.

Con questo tipo di tecnica vi è una diminuizione dei sanguinamenti,dei tempi operatori, dei dolori derivanti dagli esiti cicatriziali e generalmente un più veloce recupero funzionale post operatorio, con un elevato grado di soddisfazione da partedei pazienti